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GLI ABBANDONI E LA DISPERSIONE SCOLASTICA IN PROVINCIA DI LECCO25 novembre 2016
É notevolmente cresciuta negli ultimi anni fra le istituzioni, le forze economico sociali e nelle famiglie la consapevolezza che un elevato livello di dispersione e di abbandono scolastico non soltanto rappresenti oggi uno dei principali problemi della scuola italiana, ma comporti anche pesanti ripercussioni sulle condizioni di vita future, in termini di ingresso e permanenza nel mercato del lavoro dei giovani drop out e sul conseguente rischio di esclusione sociale. A livello nazionale, secondo i dati del dossier Tuttoscuola/Miur (2014), uno studente italiano su tre abbandona la scuola statale superiore senza aver completato i cinque anni. Và altresì considerato che il fenomeno è strettamente connesso con l’integrazione e l’inclusione sociale degli alunni di origine straniera, principalmente a Milano e nelle province a forte svilup-po industriale (Como, Lecco, Bergamo, Brescia), dove si concentrano rilevanti insediamenti di famiglie di origine straniera.
La riduzione del tasso di abbandono scolastico al 10% è uno dei principali obiettivi fissati dalla strategia “Europa 2020” per lo sviluppo del capitale umano, per migliorare la qualità e l’e quità nell’ambito del sistema di istru-zione e formazione al fine di permettere ad un numero sempre crescente di giovani di acquisire le competenze per accedere all’apprendimento permanente.
La dispersione non implica necessariamente l’abbandono: una scelta sbagliata rispetto alle proprie capacità e attitudini, la presenza di ostacoli durante il percorso, non sempre pregiudicano il raggiungimento del successo formativo finale e il conseguimento di un titolo, magari in un canale diverso da quello inizialmente scelto ed in un tempo più lungo di quello previsto. Esiste, comunque, una forte connessione tra i due fenomeni: ripetuti insuccessi scolastici sono sovente all’origine di demotivazione degli studenti che spesso portano poi all’abbandono, all’uscita dal sistema dell’istruzione e formazione senza aver raggiunto un diploma o una qualifica professionale.
Per avere un quadro esauriente dei fenomeni di dispersione e abbandono si dovrebbe far ricorso alle anagrafiche degli iscritti a tutti i percorsi formativi, facendo dialogare le banche dati del sistema scolastico (iscritti alla scuola statale e paritaria) e il sistema informativo regionale (per gli iscritti ai percorsi di IeFP). In mancanza di un’anagrafe complessiva che consenta di seguire, l’iter formativo e i passaggi degli studenti da un ca-nale all’altro dei giovani non è, infatti, possibile pervenire ad una visione complessiva dei fenomeni, non conoscendo le scelte successive dei gio-vani qualora lascino il percorso inizialmente intrapreso.
Occorre peraltro considerare – pur in assenza di specifiche informazioni statistiche – come in provincia di Lecco (e in Lombardia) una quota non marginale di abbandoni registrati nelle scuole superiori, non coincide con l’uscita definitiva del sistema di istruzione e formazione, bensì con un pas-saggio nel percorso regionale di IeFP che permette l’assolvimento dell’obbligo formativo (e contribuisce a contenere la quota percentuale di giovani anni che abbandona prematuramente gli studi).
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